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CARLO GUARRERA DIVENTA POE E FA RIVIVERE VIRGINIA

  • 19 mar 2017
  • Tempo di lettura: 1 min

Cosa avrebbe mai detto la giovane compagna Virginia del mondo onirico e orrorifico di Edgar Allan Poe? E’ questa l’idea di Carlo Guarrera per far rivivere gli spettri e le angosce dell’autore de “The Raven”, attraverso il diario della sua donna-bambina che sogna di sognare, in bilico tra una realtà che si sdoppia nel sofferto flusso di coscienza. Chiara Bentivegna ne è la voce, l’io femminile che illumina il buio perenne del demone creativo, e quando lei non ci sarà più continuerà a vivere nelle ossessioni dello scrittore, assieme alle figure della madre Elisabeth, la zia Muddy, e dei personaggi delle sue pagine, Morella, Berenice, Ligeia e Wiliam Wilson. Guarrera accompagna o introduce le letture con musiche e suoni gotici influenzati da atmosfere progressive, quasi un contrappunto che segna il crescere dello sconforto, la divisione dei due mondi paralleli che non potranno mai incontrarsi, quello reale e quello creato dall’ispirazione letteraria. Che ne sarà di Virginia, di Edgar? Rimangono le parole recitate della Bentivegna e quelle scritte da Carlo Guarrera, per un altro Poe, forse lo stesso Poe. Ma questo poco importa, perché Poe c’è e c’è anche Virginia.

Diario di Virginia Poe, da un’idea di Carlo Guarrera, voce narrante Chiara

Bentivegna, Palazzo della Cultura, Catania

 
 
 
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